…1999 , di Paolo Manganelli per “…un altro spazio”

L’arduo tentativo di rendere visibile l’insieme delle peculiarità intuitive di un luogo che determinano il condizionamento psicologico in uno spazio naturale, è stato il primo degli scopi per evidenziare la diversità con cui spesso ci si può rapportare con l’oggetto e reinterpretarlo.

…in riferimento al ciclo di opere “…del Bosco e dell’Albero Cosmico. Tra fenomenologia e Mito” , Gualtieri 1999

Da “LA DEFINIZIONE dell’ARTE” di Umberto Eco edizione Mursia ( in riferimento all’estetica della formatività – Pareyson ) “Lo studio delle strutture dell’opera ci da così la chiave della emozione estetica che provoca e nel contempo ci fornisce lo schema di una emozione possibile. L’INEFFABILE non appare nel tessuto dell’opera analizzata : ma l’opera analizzata ci fornisce l’intelaiatura di una MACCHINA GENERATRICE di INEFFABILE.

(…) lo schema, l’intelaiatura sono fatti emergere proprio per dar ragione dell’ineffabile; nel momento in cui lo distruggono e lo riducono a una serie di artifici che lo rendono generabile”.

A cura di Sergio Givone “Sul pensiero Simbolico” edizioni IL POLIGRAFO’96

“(…) O c’è attività riflessiva o c’è simbolizzazione . Il pensiero toglie ciò che il simbolo pone e pone ciò che il simbolo toglie . Nel simbolo la verità della cosa è il segno . (…) Nel pensiero simbolico il pensiero si lega al simbolo come al proprio altro . L’altro del pensiero . Ciò che il pensiero non è . Ma per l’appunto questo non essere è il fondamento del pensiero . (…) Ma a sua volta il pensiero è precompreso dal simbolico . Per questo si sottragga ad esso , il pensiero è già da sempre dentro l’orizzonte in cui i simboli vengono tratti fuori come da un abisso – tratti fuori ad opera della religione e dell’arte , la cui origine comune , cioè la mitopoiesi , diamo qui per scontata.”

(sotto pseudonimo Massimo Ballone , in AlfaBeta 2003)

“Ogni parola , in quanto tale , è una generalizzazione.” Lev S. Vygotsky , 1934 .“Solo ammettendo un’organizzazione –innata- del nostro sistema nervoso (o forse della citoarchitettura della nostra corteccia) possiamo sperare di risolvere un problema come quello che ci fa ipotizzare l’esistenza nell’uomo di una catena di nessi simbolici capaci di interpretare gli eventi e gli aspetti del mondo esterno ( e del nostro mondo interno , propriocettivamente inteso ) così da portare al costituirsi del linguaggio verbale(…) e dalla creazione artistica.” (…) L’esempio fornitoci dagli ideogrammi (…) è a questo proposito significativo : ecco un tipo – segno trasmettitore di concetti – (…) (anche se l’alone semantico dello stesso permane più ampio di quanto non sia quello d’un vocabolo scritto alfabeticamente ) (…) usato ampiamente (…) come elemento –artistico- il cui valore esclusivamente pittorico non era minore di quello del suo contenuto semantico , ma che al tempo stesso veniva a formare un tutto concettuale – ideografico – pittorico una volta inserito in un testo o in un dipinto. “ (G. Dorfles ). Così come per l’arte figurativa non può esistere esaurimento della figura , Paolo Manganelli ci propone l’inesauribilità di alcune tematiche fondamentali di un parte della cultura artistica e filosofica del ‘900 . A questo proposito Manganelli fa esplicito riferimento al lavoro di artisti come Emilio Villa , Ugo Carrega , Lino Matti ( o alle attività , per esempio , del “Centro Tool “ di Milano come “ L’esposizione Internazionale operatrici Visive” del 1972 ) e in particolare al nesso , inteso come problematica filosofica-estetica , come la notazione musicale contemporanea . “(…) è allora agevole notare che proprio il termine notazione è particolarmente utile come indicatore di una tale concezione della semiotica , laddove - segno - (proprio per l’ampiezza semantica consacrata dall’uso ) alcune volte lascia spazio a concezioni quasi esoteriche della significazione . Ogni notazione (ogni segno) , dunque , si pone in una più vasta prospettiva di inscrivibilità mnestica . Riconosciamo perciò una essenziale priorità conoscitiva alle operazioni che consentono di conservare , di connettere , incrementare , condensare , e cioè , in breve , di tracciare una qualche iscrizione in una memoria “. (A. Valle)

Paolo Manganelli

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